
“Non temere gli dei,
non preoccuparti della morte;
ciò che è buono è facile da ottenere, e
ciò che è cattivo è facile da sopportare.”
– Epicuro
Il concetto di paura viene fortemente ripudiato dai filosofi epicurei, i quali sostengono che essa sia solo un futile inganno della mente umana, che la porta ad ansie e angosce inutili. L’uomo e gli dei, secondo gli epicurei, sono due elementi indipendenti tra loro: non si intersecano, non si ostacolano, non hanno a che fare l’uno con l’altro.
Un secondo punto della filosofia di Epicuro va ad analizzare la paura della morte. Il filosofo si collega molto a Democrito e al suo pensiero atomista, andando a riprendere la sua teoria e modificandola in base al suo pensiero.
Egli infatti afferma che la paura della morte è un’ansia inutile che porta l’uomo ad essere, a volte, fin troppo prudente e gli priva di godersi la vita. Per Epicuro infatti la morte non va temuta, poiché quando avverrà gli atomi di cui siamo composti si disgregheranno, non permettendoci di sentire alcun dolore.
Questo ragionamento si collega ad un altro punto del Quadrifarmaco ideato dagli epicurei: la paura del dolore. Il dolore possiamo incontrarlo in due diversi stati: forte o debole. Se il dolore è debole non è da temere, perché significa che passerà presto. Se, al contrario, è forte, non dobbiamo temerlo perché porterà probabilmente alla morte, la quale, come esplicato prima, non va temuta.
L’ultimo punto del Quadrifarmaco si sofferma sulla paura di non raggiungere il piacere. Essa è infatti smentita dal filosofo affermando che per poter raggiungere un piacere eterno bisogna portare l’anima in uno stato apatico, evitando quindi sofferenze, dolori e angosce.
Il pensiero epicureo, in sostanza, è un pensiero basato sulla serenità di corpo e anima, che consiglia all’uomo di liberarsi da tutte le paure, consigliando, attraverso il Quadrifarmaco, i metodi migliori per allontanarsi da esse.