
Nato a Besana Brianza nel 1970, è salesiano dal 1992 e sacerdote dal 2000. Ha ottenuto la Licenza e il Dottorato in Teologia Fondamentale. Dal 2011 fa parte dell’Università Pontificia Salesiana, dove dal 2020 è Professore Ordinario di Teologia pastorale e Pastorale giovanile. È stato direttore di Note di pastorale giovanile e dal 2022 è Direttore Editoriale della LDC. Nel 2017 è stato nominato da papa Francesco Segretario Speciale per il Sinodo sui giovani; nel 2019 è divenuto Consultore della Segreteria del Sinodo.
È stato nominato Caporedattore di Note di Pastorale Giovanile 9 anni fa. Come è stata la sua esperienza fin’ora?
Sono direttore della rivista Note di Pastorale Giovanile dal 2016. La rivista ha come obiettivo uno sguardo profondo sul mondo dei giovani, simboleggiato nel logo da un occhio con un’iride che cresce. Vogliamo aiutare i ragazzi a maturare, assumersi responsabilità e affrontare con passione il mondo del lavoro. Il nostro lavoro si fonda su tre verbi: riconoscere, interpretare e scegliere; ascoltiamo, comprendiamo e indichiamo percorsi per accompagnare i giovani nei loro cammini. La rivista è diventata un centro culturale, un luogo di vivacità e confronto, dove si incontrano persone e idee sul futuro delle nuove generazioni.
Cosa l’ha portato ad intraprendere questo percorso?
Questa rivista è legata al mondo salesiano, quindi la mia scelta nasce da un dialogo con le persone di questo ambiente. Mi è stato chiesto di assumere questo ruolo come un servizio, e ho accettato volentieri: si tratta, infatti, di mettersi a disposizione per una missione importante.
In che cosa consiste il suo compito?
La rivista è organizzata in tre sezioni principali. La prima parte è dedicata ai Dossier, studi approfonditi su un tema specifico scelto per ogni numero. Poi ci sono approfondimenti più brevi su argomenti monotematici. Infine, le rubriche completano ogni edizione. Il mio compito, come direttore, è coordinare questi contenuti, unendo le varie proposte in una visione unica per l’anno. La direzione è composta da quattro persone: il direttore, due vice direttori e il caporedattore, mentre il gruppo di redazione include quattro membri fissi più una ventina di collaboratori. Una volta all’anno, ci riuniamo a Roma per confrontarci, fare discernimento e scegliere i temi da trattare. Ogni mese aggiorno tutti con una mail, condividendo le novità e raccogliendo consigli e suggerimenti.
Quale consiglio darebbe ai ragazzi che decidono di intraprendere questa strada?
Consiglierei ai giovani di sviluppare una grande capacità di attenzione e ascolto. È fondamentale mantenere un’apertura mentale a 360°: il lavoro del giornalista richiede curiosità, la volontà di cercare le ragioni delle cose e di porre domande anche scomode, per comprendere la realtà dei fatti. Serve anche profondità intellettuale, soprattutto oggi, in un’epoca di post-verità, dove il giornalismo deve restare al servizio della verità. Per questo sono essenziali l’onestà intellettuale e la rettitudine morale, qualità necessarie per servire la comunità con correttezza. I media a volte distorcono la realtà, mentre il vero giornalismo offre informazioni precise e affidabili. Distinguere tra informazioni autentiche e false è fondamentale: il giornalismo svolge proprio questo ruolo, ed è una missione nobile, al servizio della società.