
La musica nasce già dagli antichi con l’esigenza di esprimere le proprie emozioni e comunicare, non di certo come forma puramente artistica, databile addirittura al periodo del Paleolitico Superiore (tra i 50.000 e i 12.000 anni fa). C’è chi ritiene che la musica fosse una necessità evolutiva legata alla selezione sessuale, cantare o suonare erano viste come forme di corteggiamento; mentre altri l’associano a esigenze comunicative, per esprimere dolore, rabbia o paura, infatti è legata alla nascita del linguaggio. Il nome della forma d’arte deriva dalle Muse, protettrici delle arti nella mitologia greca. Non è mai esistita una società umana che non abbia avuto interesse per la musica. Fin dall’antichità, veniva tramandata oralmente di generazione in generazione. Non si conoscono con precisione le musiche e le melodie che risalgono a quel periodo, perché tramandandole oralmente sono variate nel tempo. Durante il Paleolitico i suoni venivano prodotti sbattendo ossa contro pietre, per poi trasformarli in suoni tramite meccanismi più complessi. Durante gli scavi sul periodo Paleolitico si sono portati alla luce vari strumenti: sonagli legati, semi, noccioli, denti di animale. Quella egizia è una delle prime civiltà di cui si hanno testimonianze musicali. Erano stati introdotti i primi strumenti musicali, quali bacchette, tavolette e sonagli, utilizzati in rituali totemici. La musica nell’antico Egitto era protagonista di tanti momenti della vita quotidiana, della vita del faraone e del culto religioso. Purtroppo non si è conservata alcuna notazione musicale. Il primo “strumento” musicale fu il battito delle mani, un altro molto antico era il flauto obliquo, che poteva raggiungere quasi un metro di lunghezza, era uno strumento prettamente femminile. Durante i banchetti alcune ballerine accompagnate dalla musica danzavano per il faraone, purtroppo non abbiamo ritrovato i testi relativi.