
Nel quadro “La vocazione di San Matteo” dell’artista Michelangelo Merisi meglio noto come Caravaggio, possiamo trovare il nuovo inizio di San Matteo. Caravaggio faceva parte della corrente secentista del Barocco, il quadro è stato realizzato dal 1599 al 1602, olio su tela, 322cm per 340cm, fu commissionato dal cardinale Matteo Contarelli che nel suo testamento aveva lasciato fondi e istruzioni per la decorazione di una cappella dedicata al santo con il suo stesso nome. Questa cappella fu costruita nella chiesa di San Luigi dei Francesi di Roma e viene chiamata Cappella Contarelli. Nel dipinto troviamo raffigurate sette persone, cinque intorno a un tavolo e due leggermente distaccate, questi ultimi sono San Pietro e Gesù, che indicano San Matteo. Non siamo certi di chi tra questi soggetti sia il Santo, secondo alcuni è colui che si indica a sua volta stupito. Ma chi era San Matteo? San Matteo era un esattore delle tasse, che prendeva più di quanto fosse dovuto; si pensa che i soldi che conta sul tavolo con alcuni suoi colleghi siano frutto delle loro “truffe”. Possiamo notare che, tra gli uomini seduti al tavolo solo tre alzano lo sguardo e smettono di contare i soldi, mentre gli altri due continuano, questo simboleggia il libero arbitrio. Dio ci dà la possibilità di redimerci, ma siamo noi a doverla cogliere. Presumibilmente ci troviamo in uno scantinato, per via del fatto che la luce arriva dall’alto e colpisce San Matteo, come a simboleggiare la chiamata di Dio. Caravaggio, come in ogni suo quadro, usa la luce per far risaltare le figure, lasciando sempre un po’ di oscurità, infatti è famoso per il suo chiaroscuro. C’è un altro dettaglio molto particolare: gli uomini seduti al tavolo indossano vestiti dell’epoca di Caravaggio, mentre San Pietro e Gesù indossano vestiti antichi e senza scarpe per simboleggiare la povertà a cui la Chiesa deve conformarsi.